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IL PALADINO   Articoli, interviste, notizie, rubriche
 numero 10  

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Sommario
 Meeting al Caseggiato Mannino
 Rivista "La Virrina"
 Elenco spettacoli ed eventi 2016
 Prologo allo spettacolo “Uzeta Catanese”
 Il teatro in casa
 La grande carriera teatrale di Peppininu, IIa parte


Giorno 19 c.m. la RAI ha effettuato delle riprese nel laboratorio/teatro del puparo Salvo Mangano che verranno trasmesse giorno 2 dicembre nel programma RAI “Uno mattina” con inizio alle ore 7,30.


 


   Giorno 18 ottobre all’antico Caseggiato Mannino di San Pietro Clarenza si è svolto il meeting, indetto dal Presidente del DAM Michelangelo Lo Monaco, in relazione al progetto “Antichi Mestieri”.
   L’Amministrazione Comunale era rappresentata dal Sindaco Giuseppe Bandieramonte e dagli Assessori Licandro e Cavarra.
   Per tale incontro, alla presenza di circa 36 giornalisti (nazionali e internazionali), si è tenuto uno spettacolo dell’Opera dei Pupi della Compagnia “Il Paladino” del Maestro Salvo Mangano.




   La giornalista Silvia Donnini sul meeting ha realizzato due articoli che si possono leggere ai seguenti indirizzi:

La Sicilia di un tempo nella rete di oggi

Il puparo, paladino di un antico e nobile mestiere


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LA LETTERATURA CAVALLERESCA E L’OPERA DEI PUPI

di Giuseppe Messina di Prima

La letteratura cavalleresca ebbe una grande diffusione nei secoli scorsi in Italia e in Sicilia dove si sviluppò un filone parallelo con la grande tradizione del teatro popolare grazie agli spettacoli di piazza dei cantastorie e dei pupi che narravano le gesta dei paladini ispirandosi alle vicende dei poemi. Il repertorio dell’Opera dei Pupi trae spunto ancora oggi, innanzitutto, dal Ciclo Carolingio con i paladini di Francia e dal Ciclo Bretone o Ciclo di re Artù con i cavalieri della tavola rotonda. Queste storie arrivarono in tutto il territorio italiano dalla Francia nel Medioevo e diedero vita a mirìadi di elaborazioni e di opere come quelle più conosciute a cura dei noti autori rinascimentali Luigi Pulci (1432- 1484), Matteo Maria Boiardo (1441-1494), Ludovico Ariosto (1474-1533) e Torquato Tasso (1544-1595). Il poema epico è un componimento letterario che narra in sé le gesta storiche o leggendarie di un popolo o di un eroe per tramandare la memoria e l’identità di una civiltà. I canti celebrativi venivano trasmessi oralmente da aedi e rapsodi. I più antichi capolavori classici della tradizione mediterranea sono l’Iliade e L’Odissea: dei lunghi racconti in versi. L’Iliade narra gli ultimi giorni della guerra che portò alla distruzione di Ilio (Troia) mentre l’Odissea ha come protagonista Odisseo (Ulisse) che dopo varie peripezie ritorna nella sua patria (Itaca) dopo la fine della stessa guerra. L’epica medievale che appunto si sviluppò in Francia nell’ XI secolo e poi in altre zone d’Europa, esprime sentimenti e valori collettivi, di conseguenza le canzoni di gesta (Chanson de gesta) circolavano anonime recitate da giullari e menestrelli nelle corti feudali e poi nelle piazze. Una caratteristica delle canzoni era la lingua d’oil, considerata la lingua romanza, nata nel centro-nord della Francia come idioma regionale. Molto presenti sono in particolare, nelle rappresentazioni dell’Opra, gli episodi che animano la Chanson de Roland e che parlano della campagna condotta da Carlomagno contro i Saraceni (in realtà si trattava di Baschi) in Spagna e fa riferimento alla disfatta dei franchi a Roncisvalle (La Battaglia di Roncisvalle). Il poema esalta il tema della fedeltà per il proprio signore, in questo caso l’imperatore, e nei confronti della fede cristiana in opposizione a quella islamica. Attorno alle vicende carolinge fu avviata una notevole produzione letteraria. La Storia dei Paladini di Francia, pubblicata a metà Ottocento da Giusto Lodico divenne la Bibbia degli opranti, u libru per antonomasia attraverso il quale Lodico mise nero su bianco ricucendo tutte quelle avventure che fino ad allora furono affidate esclusivamente alla tradizione orale dei cantari. Un immane lavoro che andò a ruba, poi ampliato da Giuseppe Leggio e frequentemente ristampato nei successivi decenni. In scena però furono più apprezzati i testi chiave, riscritti in prosa, della letteratura rinascimentale tratti da: Il Morgante (Pulci), Orlando Innamorato (Boiardo), Orlando Furioso (Ariosto), Il Rinaldo e La Gerusalemme liberata (Tasso). Dalla varietà infinita di questi episodi cavallereschi sembra che negli anni i pupari e il loro pubblico prediligessero i testi scritti da Boiardo e Ariosto. Ma nel ricco repertorio dei Pupari non si trovano solo le imprese dei paladini di Carlo Magno, sono protagonisti anche gli accadimenti significativi della storia dell’ umanità tanto che la produzione teatrale spazia dai poemi classici al Risorgimento italiano, dalla storia dei santi alla Natività ed alla Passione di Cristo, dal teatro classico alle fiabe più famose, temi raffigurati nell’iconografia legata alla tradizione popolare siciliana e riportati attraverso gli splendidi disegni realizzati sulle sponde dei carretti.


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Elenco spettacoli ed eventi 2016

- Il 20 marzo in occasione della “ Festa della mamma” a Canicattì si è rappresentato lo spettacolo “La fonte d’amore e di sdegno”.

- Giorno 5 maggio a Biancavilla, presso il teatro Origlio, per le scuole si è rappresentato lo spettacolo “L’entrata di angelica a Parigi”.

- Il 15 maggio spettacolo dell’opera dei pupi , in occasione della “Festa della ginestra”.

- Il 10 giugno a Roma, al foro italico in occasione degli internazionali di tennis, si è svolto il meeting DAM (Distretto Antichi Mestieri). Incontro con l’attrice Maria Grazia Cucinotta (vedi foto sul giornale n. 9).

- Il 20 giugno durante il fine corso (Citta del sole) gli allievi del Maestro Salvo Mangano hanno eseguito la rappresentazione dello spettacolo “La coscienza di Orlando” un testo post-moderno del Maestro Salvo Mangano.

- Il 25 giugno la RAI ha girato il documentario sul puparo Salvo Mangano. Il documentario fa parte del circuito internazionale del Turismo.

- Il 28 giugno la RAI ha eseguito un reportage fotografico sui pupi e il puparo Salvo Mangano (vedi le foto sul giornale n. 9).

- Il 3 agosto a Misterbianco si è rappresentato lo spettacolo “La pazzia di Orlando”, (presenti circa 1.500 persone).

- Giorno 11 e 17 agosto mostra e spettacoli con l’opera dei pupi a Nicolosi, in occasione della manifestazione “Mostra della pietra lavica”.


- Spettacolo dell’opera dei pupi e performance del puparo Salvo Mangano il 10 agosto in occasione della manifestazione “Festa della Sicilia” a Calatabiano.

- Il 12 agosto a Taormina, al Castello Saraceno, si è svolta la presentazione del libro “28 cartelli dell’opera dei pupi Uzeta Catanese” e la rappresentazione dello spettacolo “Prime imprese di Uzeta Catanese”. (Successivamente si inseriranno le foto di questo evento).

- Il 29 settembre presso il “salone” (Chiesa Martiri Inglesi) si è svolta la presentazione del libro “28 cartelli dell’opera dei pupi Uzeta Catanese” e la rappresentazione dello spettacolo dell’opera dei pupi “Prime imprese di Uzeta Catanese”.




- Giorno 18 c.m. alle ore 18,30 dentro l’antico caseggiato Mannino di San Pietro Clarenza il DAM ha organizzato un meeting con 48 giornalisti internazionali, la presenza del Sindaco e del l’Amministrazione Comunale e del presidente del DAM Michelangelo Lo Monaco. Si è discusso della possibilità di creare un Museo dei pupi a San Pietro Clarenza. E’ seguito uno spettacolo di 25 minuti del Maestro puparo Salvo Mangano. (Le foto saranno inserite nel prossimo aggiornamento).



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Prologo allo spettacolo “Uzeta Catanese”
di Salvo Mangano

   L’epopea cavalleresca radicata in Sicilia per mezzo dei Normanni con la “Chanson de Roland”, apre agli “aedi” siciliani la possibilità di tradurre le “gesta dei Paladini” come materia comportamentale di un popolo, esaltandone i valori etici, morali e sociali. Con l’avvento dei “Pupi” il cuntastorie, divenuto “Puparo”, porta sulla scena le svariate storie cavalleresche sedimentate nel corso dei secoli che vengono rappresentate nei teatrini con immensa partecipazione di popolo.
   Così Orlando e Rinaldo diventano gli idoli incontrastati di mirabolanti avventure di cui lo spettatore diventa partecipe in prima persona. Ma per quanto amoroso affetto si possa attribuire ai personaggi testè menzionati, essi non hanno una storia locale, sono francesi anche se la loro anima è siciliana.
   Manca, quindi, la straordinaria invenzione di un eroe in armatura nato nell’isola, più precisamente a Catania, che eguagliasse le gesta dei “Paladini di Francia” o addirittura le superasse. Ecco, dunque, pronto “Uzeta” nato dalla fervida fantasia di un puparo catanese e poi carpito dalla penna di un giornalista scrittore catanese: Giuseppe Malfa che fece dell’eroe “Uzeta” un volume pubblicato dall’editore palerminato Giuseppe Leggio “primi Novecento”.
   Quindi, un catanese sulla scena dell’opera dei pupi, che muove le sue gesta a Catania; Palermo; Agrigento; Messina; Taormina; Siracusa; Roma, etc. i cui compagni d’avventura sono: Magilda di Catania, Ferrantino Sant’aquila palermitano, Luigi Sofia Taorminese.
   Finalmente i catanesi presentano con orgoglio un loro adorato figlio, condividendo con lui le amarezze, le gioie, i trionfi ed infine, la morte, che conclude con la “calata della tela” la tribolata ma esaltante nostra vita.

NOTE:
Intorno alle origini dell’eroe catanese “Uzeta” (figura leggendaria) i dati riscontrati nel libro del “Malta” ci narrano che egli è nato a Catania, in via Naumachia dal tessitore “Zù Peppi” e dalla lavandaia “Gnà Nunzia” senza menzionare un’antefatto importantissimo che il sottoscritto, dopo approfondite ricerche, ha scoperto: il nostro eroe “Uzeta” non è figlio di onesti popolani, come su scritto, bensì di un nobile cavaliere crociato di nome “Valeri d’Aragona” e di una suora laica di nome “Teresa” dell’ospedale del Reclusorio del Lume di Catania. All’epoca la Sicilia era sotto il dominio saraceno e Catania era una delle roccaforti musulmane. Una crociata da Nicola II, Papa in Roma, per liberare la Sicilia dai Mori saraceni. Per tal motivo sbarcarono a Catania, con grosso esercito: Ruggero Normanno; Riccardo il Temerario; il duca d’Amleto Cocolo e il cavaliere d’Aragona Valeri. Nella battaglia sanguinosa sotto le mura di Catania fu ferito il cavaliere Valeri che venne curato amorevolmente dalla suora laica Teresa all’ospedale del Reclusorio del Lune. Tra il degente e la bella suora nacque un idillio amoroso che sfortunatamente ebbe un epilogo doloroso con la morte del cavaliere Valeri e la cacciata dall’ospedale di suor Teresa perché era incinta. Nel contempo Catania fu liberata e i saraceni dovettero fuggire. Reggente e governatore della città fu eletto Cocolo duca d’Amleto. La pace venne ristabilita ma per la povera suora cominciarono le tribolazioni. Ella, nelle condizioni in cui si trovava per vivere, fece i lavori più umili. Alla fine diede alla luce un bel maschietto che fu rivelato alla Sacra Rota di Catania essendo orfano di padre con le ultime parole dell’alfabeto: U. Z. E per questo venne chiamato “Uzeta il catanese”. Il bimbo venne poi affidato alla famiglia del tessitore “Zù Peppi” in via Naumachia, non potendo la nadre accudirlo per necessità di lavoro. La povera Teresa si staccò dalla sua creatura con dolore. Sola, debilitata, morì in abbandono sussurrando tra le labbra il nome di “Uzeta”. Egli crebbe bello, forte, allevato con amore dalla lavandaia “Gnà Nunzia”, che lui credette sua madre e dall’onesto tessitore “Zù Peppi”. Aveva all’epoca dei fatti 17 anni.
San Pietro Clarenza, 01/07/2016



Un dialogo dallo spettacolo: Uzeta, divenuto palafreniere nelle scuderie di re Cocolo, salva la principessa Galatea dal suo cavallo imbizzarrito. La pone svenuta a terra, guardandola estasiato …

Uzeta: Com’è bella, soave in viso … sembra un angelo, ella è qui davanti a me con le sue splendide forme … vorrei stringerla … baciarla, ma non posso! … non può un uomo come me ardire a tanto … lei è principessa … io … ma sono giovane come lei perché negare l’impulso di un casto bacio ad un innamorato? … io non resisto … la bacio!
(Uzeta si china e la bacia).
Galatea (svegliandosi): Oh! Cosa ho sognato? … ho sognato che un misero plebeo, approfittando della mia incoscienza, mi ha sfiorato le labbra con un bacio! Ma non è stato un sogno! Vero Uzeta? Ciò è accaduto realmente e tu ne sei l’artefice. Come hai potuto arrivare a tanto! Sai chi sono io? … Io sono la principessa Galatea, figlia del re Cocolo …


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IL TEATRO IN CASA


    George Sand (1), la grande scrittrice francese, scrisse: Durant les longues soirées d’hiver, j’imaginai, il y a environ trente ans, de créer pour ma famille un théâtre renouvelé de l’antique procédé italien, dit commedia dell’arte, c’est-à-dire des pièces dont le dialogue improvisé suivait un canevas écrit affiché dans la coulisse. (Durante le lunghe serate invernali,- sono passati trent’anni -, immaginavo di creare, per la mia famiglia, un teatro rinnovandolo dall’antico teatro italiano, chiamato commedia dell'arte, vale a dire degli spettacoli nei quali il dialogo era improvvisato e seguiva dei canovacci appesi dietro le quinte. – Libera traduzione di C.C.).
    Vennero rappresentate molte commedie con la partecipazione attiva degli ospiti di casa nella parte di attori. Cinque di queste commedie sono contenute nel suo libro Théâtre de Nohant, Paris, Michel Lévy Frères, 1864. Tra queste ricordiamo Le drac, dedicata a A. Dumas figlio. e Plutus.
    Ma il teatro si esaurì per mancanza di attori-ospiti.
    Ben presto le marionette supplirono a questa mancanza.
    George Sand dedica un lungo articolo sul teatro delle marionette che costruì a casa con l’aiuto del figlio Maurice (2): Le Théâtre de marionnettes de Nohant (pubblicato sul giornale Le Temps l’11 e 12 maggio 1876).
    Nascono così i burattini Pierrot, Purpurin, Combrillo, Isabelle, […] et un monstre vert e cominciano le rappresentazioni.
    Dal 1854 al 1872 vengono rappresentati numerosissimi spettacoli, circa 120, tra cui Pierrot libérateur, Serpentin vert, Olivia, Woodstock, Le Moine, Le Chevalier de Saint-Fargeau, Le Réveil du lion. Seguite da Oswald l’Écossais, L ‘Auberge du haricot vert, Les Lames de Tolède, fino alla “fantasia” di Maurice Sand dal titolo Jouets et mystères (Giocattoli e misteri).
    La Sand scrisse: La marionnette obéit sur la scène aux mêmes lois fondamentales que celles qui régissent le théâtre en grand. (Sulla scena la marionetta obbedisce alle stesse fondamentali leggi che regolano il grande teatro. - Libera traduzione di C.C.).
    Nella stessa casa di Nohant si recitava il teatro degli attori veri e quello delle marionette. I due teatri si trovavano nello stesso grande locale, divisi da una parete mobile.
    La Sand scrisse ancora: La longue histoire des marionnettes prouve qu’elles peuvent tout représenter, et que, jusqu’à un certain point, ces êtres fictifs, mus par la volonté de l’homme qui les fait agir et parler, deviennent des êtres humains bien ou mai inspirés pour nous émouvoir ou nous divertir. (La lunga storia delle marionette prova che esse possono rappresentare ogni cosa […] e che mosse dalla volontà dell’uomo che le manovra e le fa parlare diventano esse stesse degli esseri umani. - Libera traduzione di C.C.).
    Di alcune di queste rappresentazioni sarebbe interessante farne una traduzione e un adattamento per l’opera dei pupi.



     Il letterato inglese Henry Festing Jones (3) aveva un teatro in casa.
    Lui stesso confessa, nelle pagine di Diversions in Sicily (1909), di aver avuto, da bambino, un teatrino nel quale rappresentava il mugnaio e i suoi uomin. (I had a toy theatre of my own once and used to do The Miller and His Men): una commedia di Isaac Pocock (1762-1835) in cui il malvagio Grindoff forma una banda di ladri travestendosi da mugnaio.



    Anche l’autore di questo articolo ha costruito il suo piccolo teatro: dei pezzi di legno tagliati a misura costituiscono l’impalcatura del palcoscenico. Una tavola di compensato forma il pavimento. Del panno colorato serve come sipario. Dei disegni come fondali.
    Su questo teatro si esibiscono pupi di altezza ridotta. Una originale estensione di questo teatro è il “Teatro foto-fumetto” dove si esibiscono vari personaggi. La novità, la sua unicità e originalità, è costituita dal fumetto che sostituisce il parlato.
    In questo piccolo teatro vi sono già state rappresentate scenette varie, poesie tradotte in siciliano. Un théâtre juste pour des amis.
    La struttura di questo teatro si presta ad altre possibili utilizzazioni. Le illustreremo nei prossimi mesi.

Note:
1) Pseudonimo di Amantine Aurore Lucile Dupin (1804 - 1876). Scrittrice francese. Tra le sue opere ricordiamo:
- Les sept cordes de la lyre, Bonnaire, Paris, 1839;
- Pauline. Les Mississipiens, Bonnaire, Paris, 1840;
- La mare au diable, Desessart, Paris, 1846;
- La petite Fadette, Michel-Lévy frères, Paris, 1849;
- Mont Revèche, Cadot, Paris, 1853.
Le citazioni di George Sand sono tratte dal libro Le Théâtre de marionnettes de Nohant.

2) Jean-François-Maurice-Arnauld, baron Dudevant (figlio di Maurice Sand).
Tra le sue opere ricordiamo
- George Sand et le Théâtre de Nohant, Les Cent une,, Paris 1930;
- Le Théâtre des marionnettes, Calmann Lévy, Paris, 1890;
- Masques et bouffons (comédie italienne), Michel-Lévy frères, Paris, 1860;
- L’Atelier d’Eugène Delacroix de 1839 à 1848, Fondation George et Maurice Sand, Paris, 1963.

3) Henry Festing Jones, letterato inglese (1851–1928). Scrisse altri due libri sulla Sicilia, frutto dei suoi viaggi e lunghi soggiorni nell'isola: Castellinaria, and Other Sicilian Diversions (1911); Mont Eryx, and Other Diversions of Travel (1921).

16/10/2016 Carmelo Coco

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La grande carriera teatrale di Peppininu

(seconda parte)


3) “Protagonista in un nuovo repertorio”.

   Peppininu è protagonista in un nuovo repertorio dell’opera dei pupi appositamente scritto per lui dall’autore di questo articolo:

* Recital Poetico.
Peppininu e altri pupi recitano in dialetto siciliano poesie di Dante Alighieri, Aleksander Blok, Guido Cavalcanti, Christine de Pisan, Christine Rossetti, Elizabeth Browning, Arthur Rimbaud, Giovanni Pascoli, alcuni passi dal “Cyrano di Bergerac” di Rostand, da “La pelle di zigrino” di Balzac, da “Eugene Onegin” di Puskin, sempre in dialetto siciliano. Con un divertente intervento di Carmela (moglie di Peppininu) che tenta di prepararlo per l’ammissione alla seconda elementare.

* Il perfetto Ouroboros.
Peppininu discute con Don Chisciotte di teatro e di filosofia.

* Quannu si vinneva ccu la Puisia (Quando si vendeva con la Poesia).
I venditori ambulanti, tempo addietro, vanniavanu, cioè gridavano a voce alta per vantare e vendere la loro mercanzia. Questa è la breve storia di due vanniaturi che le nostre madri e nonne, da bambine, udivano passare per le strade di Catania: un venditore di frutta e verdura e uno di caffè. Sono aspetti della vita quotidiana della Catania di ieri che bisogna non dimenticare.

* Perché a Pechino non si può dormire?
Peppininu, tuttofare del principe Calaf, lo aiuta a risolvere i difficili enigmi posti dalla principessa Turandot.

* Da Catania a Parigi, le tappe del viaggio di Peppininu (arrancando sopra una gamba sola per tutta la penisola).
Come è arrivato Peppininu a Parigi? Solo noi conosciamo il tragitto e le sue avventure. Peppininu incontra anche le maschere della Commedia dell’Arte, Pulcinella, Rugantino, Balanzone, Arlecchino, capitan Spaventa.

* Una indagine di Sherlock Holmes.
Peppininu accorcia il proprio nome e dventa Pep, l’agente di Scotland Yard impegnato a collaborare a due divertenti indagini con Sherlock Holmes.

* Brutta la vecchiaia, vero caro Watson?
La seconda indagine di Peppininu nella quale Watson cerca di uccidere Holmes. Questi due ultimi spettacoli fanno parte di “Una serata gialla con i pupi siciliani”. A queste due indagini se ne aggiungeranno altre. Infatti Peppininu ritornerà a Parigi, dove aiuterà un famoso commissario in divertenti indagini.

Questo amatissimo pupo ha dimostrato una grande versatilità. Per esempio, assieme all’amico Carmiluzzu e ad altri pupi, passeggiando per le vie di Catania, racconta avvenimenti e fatti storici del passato e del presente, nella serie “I pupi passeggiano per Catania e raccontano la città”:
- La collezione di conciglie del Principe Biscari al British Museum di Londra.
- Accadde a Catania. Terrore dal cielo. La meteorite che precipitò nello Jonio ai primi del Novecento.
- L'aquila Sveva sulla facciata del Castel Ursino. La vendetta di Federico II e la contro vendetta dei catanesi.

Altri ne seguiranno a breve e saranno raccolti in un volumetto.
Ricordiamo la pubblicazione, la prima in assoluto, dedicata a Peppininu: "Il primo libro di Peppininu", Youcanprint 2015.

FINE SECONDA PARTE

Carmelo Coco 18/10/2016


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